domenica 16 gennaio 2011

se pure ne avessi la possibilità, non ti cancellerei mai.
sei tu che con un sacchetto di parole e i tuoi occhi a mandorla mi hai aperto le porte del mondo e dello stomaco, e ora mi trovo a fare i conti con questa fame disperata di pagine, di dischi, di cose da sapere, di verità soprattutto.
mentre cerco in ogni piega del tuo essere accartocciato, provo a fare di me un origami aspettando che tutte le spiegazioni su come questo mondo gira mi arrivino dalla tua bocca, perché è solo e soltanto da te che vorrei sentirle.
ma così come le uniche unghie che ti distruggi sono quelle dei mignoli, delle dita più deboli, così ho paura che presto vorrai punire la mia debolezza, la mia voglia di entrarti nella testa, e andartene. scappare dalla gabbia in cui ti trovi, e in cui speravo di non contribuire a farti sentire rinchiusa.
sii indulgente, se riesci, con la mia pedanteria adolescente. non ho ancora capito granchè di questa vita, ho tanto tempo perso che sto cercando di recuperare tutto assieme, e tu che dentro hai tutta questa bellezza per me sei un magnete irresistibile.
ma è sciocco chiedere pazienza all'impaziente per eccellenza: allora ti chiedo solo, e ancora una volta con le parole di agnelli, di farne quel che vuoi di noi. quel che vuoi davvero, senza sentirti soffocata da mura che io non voglio alzare.
e se questo dovesse portarti lontana da me, allora ciao j, sarebbe stato bello comunque; ma forse io devo continuare a non sapere in che direzione scagliare i miei ventun anni e tu ad essere un bombarolo sperduto quasi quanto me, e sarà come se sulla via dell'inverno non ci fossimo mai incontrate.
fammi soltanto un fischio quando troverai il giusto parlamento sotto cui piazzare il tuo tritolo, però se ti viene la tentazione di scegliere il tuo cuore come bersaglio è meglio a quel punto l'edicola, almeno farai tanto rumore da finire in prima pagina. sola, come vuoi tu.
nel sogno che ho fatto stanotte abbiamo mangiato libertà fino all'alba e abbiamo volato sui palazzi semplicemente abbracciandoci, abbiamo corso nei vicoli e ci siamo divorate nell'immensa ansia di vivere. tu avevi il tuo cappotto nero e per strada c'erano freddo e una luce gialla. mi sono svegliata nel pieno della notte con gli occhi sbarrati ed è tutto sfumato via.
magari sarà una cazzata ma almeno sono contenta di essermi svegliata mentre ti parlavo e non, che so, guardandoti andare via o cercandoti.

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