lunedì 21 febbraio 2011

viaggio di ritorno

bambini che si sputano addosso
toccano il fondo della stazione che si
svuota dalla poesia
quando le porte del treno si chiudono
sulle tue ginocchia piegate in un ultimo santo saluto
rantolo di vicinanza.
un ritardo mi ricorda che non siamo in una storia
che si dipana sicura e noiosa ma piuttosto
in una canzone francese che si abbevera
di attese e calori improvvisi.

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tu il residuo di un'impertinenza fuor di secolo
dimmi perché i pazzi scelgono sempre noi nei tempi d'oro
e perché la distanza a volte mi fa dimenticare come si scendono le scale,
io nel dubbio conserverò pezzi di carta numerata
aspettando il tuo ritorno e un tuo orgasmo
e riderò di nuovo seduta solo sulle salite.

-

il bordo di una nuvola
due uomini abbandonati seduti
su un binario abbandonato arrugginito
rosso come certi passati non sopravvissuti al morso delle ore nuove
un uomo che zappa la terra dietro un cimitero
e ditemi cosa c'è di più brutto di un cimitero
sia di lamiere o di ossa che sono state
di esseri umani
senza presente senza futuro
il passato rosso di ruggine anche lui.
i bordi delle nuvole sono di grigi rumori e
risuona nel mio seno la tristezza di averti lasciata andare via
e di sto cazzo di messaggio che
non si vuole salvare nelle bozze.

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